Venerdì 11 maggio 2012, a partire dalle 19.30, negli spazi della “Sabinalbano Modartgallery”, si inaugura la nuova personale di pittura di Rebecca Harp, artista statunitense, in mostra sino al 4 giugno.
Sono intriganti passeggiate intra moenia, dentro casa, stanza per stanza, tra oggetti familiari e noti, i soggetti delle 20 creazioni a olio su legno e lino di formato variabile (da 20×20 a 70×100), che compongono l’iter allestitivo che la Harp, pittrice statunitense, propone per la sua nuova personale nella gallery di SABINA ALBANO.
‘Paesaggi interni’, si potrebbero definire, laddove l’artista, pur concentrandosi su scenari intimi e casalinghi, non sente i muri di un’abitazione come costrizioni, limiti, ma come occasione e suggerimento di forme, colori, volumi e giochi di luce per composizioni ariose. È così che, secondo un approccio scientifico, per un verso, basandosi cioè sull’analisi di linee e nuance, sulle geometrie che animano un ambiente, ed emozionale, per altro verso, ossia in base a suggestioni del tutto istintive e non razionali, è così – si diceva – che agli occhi della creativa americana un soffitto diviene cielo, un letto un fiume e delle coperte possono trasformarsi in montagne e colline. Ciò partendo dall’assunto che campi lunghi e zoommate, istantanei come fotografie e cangianti come una ripresa lenta che dal generale va al particolare, anche se realizzati con oli e pennelli e pur se attenti a una sedia, alla disposizione di un tavolo, alle tinte e ai disegni di un tappeto, possono risultare più interessanti di un paesaggio per cosi dire ‘classico’. Il tutto in una visione a 360 gradi, facendo appello a un pittura che, sì, resta figurativa nel senso stretto del termine, ma in quello più ampio è percettiva, multisensoriale, dal momento che la Harp nei suoi lavori prova a catturare odori, rumori, forme, trame di tessuti e giochi di luce, sfumature e atmosfere di una stanza. Con un’autenticità diretta e immediata, queste specie di scenografie, dipinti che potrebbero essere sfondi e quinte teatrali, testimoniano la presenza umana, pur senza mai raffigurarla, a parte negli autoritratti dell’autrice. Stanze le cui geometrie solo apparentemente scomposte, i cui oggetti, che dialogano con la pittrice, richiamando la sua attenzione e la sua ispirazione, non solo rispecchiano la natura e la personalità di chi abita queste dimensioni domestiche, ma sono tenuti a evocare la sua presenza, per paradosso, con “un’essenza senza presenza”. Nei lavori della Harp non sono soltanto luce e colore a dar respiro alla rappresentazione, peraltro sempre molto realistica, ma la costante raffigurazione di finestre, sintomo di apertura, un link spazio-temporale: finestre che preservano il rapporto tra il dentro e fuori, e sono anche affacci sul tempo. Un tempo, peraltro, in divenire: lo si nota di più nelle opere in cui la pennellata, il tratto e il variegato pentagramma cromatico sono più vigorosi, rapidi, densi, quasi pastosi; queste le creazioni in cui si è cercato di afferrare un bagliore di luce pomeridiano o un colore mattutino prima che scompaiano o che mutino. Al contrario delle stanze in cui l’interesse dell’artista indugia sulla minuzia, sul dettaglio, il momento in cui il tratto si fa più preciso, meno impulsivo, più disteso, nitido e limpido, sempre intenso, ma non più magmatico. Suggestioni interiori che si rifrangono in più o meno repentine realizzazioni figurative di interni, con una forte valenza estetica, più che etica, in cui è la vita vissuta e quotidiana, le piccole cose vere a guidare l’ispirazione iconografica, secondo un lessico pittorico semplice ma molto efficace, che chiama a raccolta tutt’e cinque i sensi in una percezione dell’insieme profonda e completa. Del resto, la stessa Harp, da poco trasferitasi a Napoli, sostiene: “nella mia pittura sto iniziando ad avvertire la città: non solo la luce e i colori, ma persino gli odori, i miasmi, i profumi, la polvere, gli strati del tempo e della storia, il caos, i rumori e le voci…”. “Questa è una nuova sfida per me” – spiega la pittrice – “includere tutto ciò nelle mie prossime creazioni.”
Rebecca Harp nasce nel ’73 a Lake Geneva in Wisconsin (USA). Si laurea cum laude presso la Lawrence University nel ’95 in Lettere con una doppia specializzazione in Letteratura Inglese e Rinascimento Italiano. Nel ’98 si trasferisce a Firenze per iniziare gli studi presso Charles Cecil Studios di pittura a carboncino, matita e pastelli nella realizzazione di ritratti a figura intera; nel 2000 inizia a dipingere a olio e a insegnare. Nel 2003 riceve il premio “Best of Show” a Trinidad, Colorado, Concorso Nazionale di Belle Arti. I suoi lavori fanno parte di collezioni private in Australia, Canada, Inghilterra, Francia, Olanda, Giappone, Israele, Italia, Malta, Spagna, Sud Africa e USA. Ha esposto a Londra, New York, Boston, Roma e Firenze, e le sue tele sono presenti in gallerie di Londra e Atlanta. Dal 2003 al 2008 ha insegnato disegno e pittura a Firenze. È tornata negli USA nel 2008, recentemente è stata in Israele. Dal 2009 al 2011 la sua attenzione si è concentrata nella riproduzione di scene di interni ed esterni a Tel Aviv, Gerusalemme e Rehovot in Israele.
Sito web: rebeccaharp.com