“LIVIN’ COLORS”, la nuova personale di MAURIZIO BONOLIS è visitabile, presso “SABINALBANO ModartGallery” (vico Vasto a Chiaja n. 52/53 − NAPOLI), dal 23 gennaio 2008 sino al 6 febbraio tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 fino alle 20:00.
Maurizio Bonolis nasce a Napoli nel ’52. Inizia a dipingere, da autodidatta, sin da bambino. I suoi primi lavori a olio risalgono al ’62. I rudimenti pittorici li acquisisce dalla pittrice Lila Perozzi. Successivamente frequenta la Libera Scuola di Pittura di Grottammare, sotto la guida del pittore Mario Lupo. Sue opere sono esposte al Museo Civico “E. Sannia” di Morcone (BN) e al Museo delle Arti Contemporanee di Teano (CE). Compare, a giusto titolo, nel “Catalogo dell’Arte Moderna Italiana”, Editoriale Giorgio Mondadori. Ha esposto le sue creazioni in numerose mostre, tra cui, a voler ricordare solo le più recenti, tra le personali: “Incroci” (Intra Moenia, Napoli, 2003), “Incontri Metafisici” (“Il Ritrovo dell’Arte”, Napoli, 2004), “Percorsi Cromatici” (Palazzo dei Trinitari, Roma, 2005), “Polycromos” (Guida, Napoli, 2007), “Micros” (Edicolè, Napoli, 2007). Tra le collettive, invece, al Museo Civico di Morcone (BN) nel 2003, a Viterbo, Molfetta (BA), Porto d’Ascoli e a Taranto nel 2004, al Museo Minimo di Napoli, a Porto Sant’Elpidio (AP) e a Bratislava (Repubblica Slovacca) nel 2005, a Teano (CE) e Spilimbergo (PN) nel 2006, a Grottammare e a Roma nel 2007.
L’allestimento proposto presso la “SABINALBANO Modart Gallery” è una sintesi coerente tra le ultime due fasi creative, in ordine di tempo, del pittore partenopeo nell’arco di una parabola evolutiva personale, artistica e tecnica. Il corpus in esposizione – 13 tele (100×100 e 120×100), oltre a circa 6 pezzi più piccoli (max 30×40) – rappresentano la produzione più recente, in cui lampante è l’approdo da precedenti ascendenze e modalità pittoriche a una sintassi artistica prettamente astratta, geometrica, di grande essenzialità e chiaro minimalismo. A farla da padroni sono i colori (in queste e anche nelle creazioni antecedenti): tinte decise, nette, vivaci, sature e compatte, colori puri, acme di un iter interiore, emotivo e psicologico, che si sostanzia nella catartica liberazione, segnata proprio dall’esplosione del colore e dalle forme geometriche assolute e simmetriche, sinonimo di ordine, equilibrio e pace. Al tempo stesso, quindi, linee e colori costituiscono due diversi, ma complementari mezzi espressivi che l’autore adotta per comunicare con il fruitore. Le opere in mostra sono, le prime 13, acrilici su tela; le altre 6 sono stampe digitali (firmate e a tiratura limitata), che sanciscono l’avvento della tecnica pittorica digitale nell’universo creativo dell’artista.
Se da un esordio meramente figurativo, infatti, con visioni naturalistiche e di cavalli in corsa, Bonolis si è gradualmente spostato verso un astrattismo crescente, che inizia a tralasciare sempre più la forma umana a favore di una rappresentazione geometrica, non scevra dall’influenza della pittura metafisica dechirichiana o di quella picassiana, anche le tecniche e i supporti accompagnano questo processo di ricerca e crescita: da oli su tela a quelli su pvc, sino ad acrilici e all’elaborazione e alla stampa digitali. L’astrattismo finale di forme perfette e pure cui giunge Bonolis, quale appagamento e stato di atarassica serenità, trova riferimenti evidenti nell’astrattismo assoluto di Kasimir Malevič e nella nuova astrazione di Josef Albers. Per quanto, se questo è il risultato attuale, per ottenerlo vari sono stati i passaggi intermedi attraverso cui, come già accennato, da immagini figurative Bonolis si è progressivamente mosso, prima, verso forme astratte per così dire più ‘tormentate’, di transizione, con punte aguzze e acuminate, sino, poi, a una lenta apertura verso la simmetria, la prospettiva, lo spazio profondo e la luce sempre più presente dei colori.
In questa sorta di rinascita, l’invito dell’artista è proprio quello di ‘vivere nel colore’, di godere di ‘colori da vivere’.
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