In esposizione fino al 23 novembre, nel parco archeologico del Pausilypon – tra i luoghi tra i più suggestivi e ancora non abbastanza conosciuti della città di Napoli – LAST FINDS Reinforced and random Toughts in Pausilypon di Marco Abbamondi e Stefano Ciannella, a cura di Sabina Albano. La mostra rientra tra le proposte del Servizio Educativo della Sopraintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, che da tempo ha avviato un proficuo dialogo tra antico e contemporaneo. L’intero percorso della mostra prevede quattro postazioni di scavo di alcune superfici di copertura, di non chiara identificazione, rispetto alla funzione e al tempo di realizzazione. Sono dei falsi del contemporaneo, che alimentano il dibattito sul tempo, sulle ragioni storiche della “conservazione”. Da qualche tempo, il Parco Archeologico del Pausilypon e il Parco Sommerso di Gaiola vanno guadagnandosi spazio come luoghi imprescindibili del patrimonio culturale e archeologico di Napoli. Questa crescente attenzione è frutto dello sforzo congiunto di più Ministeri, nonché della Regione Campania e del Comune di Napoli. Come afferma Marco Abbamondi: “Trasformando un’opera d’arte in reperto, solleviamo una riflessione sul tempo e sulla storia che è fondamentale dato che la nostra città è piena di reperti. Noi abbiamo voluto ideare una sorta di incontro tra l’arte contemporanea e la storia”. Mentre la curatrice della mostra Sabina Albano aggiunge: “In questo meravigliosa location vediamo al centro della ricerca la materia consumata dal luogo. Abbamondi e Ciannella decidono di dialogare con la storia: in primo momento forse volevano anche rinunciare, ma poi ecco che la loro testardaggine li ha portati a ideare una sorta di equilibrio tra passato e presente.”
Certamente lo status della “scoperta” per eccellenza, e quindi lo scaturire del processo d’attenzione, e forse conferito all’osservatore più dalle convenzioni e dall’incontro, per esempio, con una statua come l’Ercole Farnese. Come infine sostiene Stefano Ciannella : “Abbiamo cercato di tracciare una poetica che contraddistingue uno dei segni principali del progetto. Certamente sia io che Marco ci siamo trovati di fronte all’enigma su quale materiale usare. Dato che le nostre esperienze erano diverse – Marco infatti aveva sempre usato il cemento, mentre io prediligo il ferro – abbiamo dato una proposta diversa, attraverso la ricerca e la sperimentazione, avendo presente sempre di creare un’evoluzione dell’arte, ma stabile e rigorosa, attenendoci al luogo che ci ospitava”. Infine, il responsabile del Servizio Educativo della Sopraintendenza, Marco De Gemmis, conclude: “Sono estremamente contento di questa mostra che nel tempo è diventata un evento che ha portato nel nostro Parco Archeologico tantissimi visitatori, tra i quali molti non conoscevano la struttura. Voglio ringraziare sia Abbamondi che Ciannella che con la loro arte sono forse riusciti senza volerlo a entrare nella Storia”.
Colori perduti
di Sabina Albano
Abbamondi e Ciannella decidono di dialogare con essa, con quello che lì è già stato. Intervenire sul passato non è possibile. E poi, per loro, anche il rispetto di quella materia è centrale.
Non è solo imposto: è pure desiderato.
Si può intervenire allora sul terreno e sull’erba intorno. Un gesto artistico può rispettosamente rompere l’equilibrio del luogo per proporne provvisoriamente uno nuovo. Il lavoro è già incominciato. Ora deve farsi concreta materia, occupare spazio, avviare quel dialogo, dire e significare a chi lo vedrà.
Ecco, Abbamondi e Ciannella creano linee che parlino con le altre linee. Poi vanno oltre: espongono la propria opera al fuoco. Sarà anche il fuoco a decidere. La materia che si va formando, a distanza, già sta entrando in relazione con la sostanza della materia del luogo.
Le nuove opere hanno già iniziato il loro processo di mimesi. I colori sono tenui. Dopo forse sbiadiranno ancora, come consumati dalla luce e dagli sguardi, per meglio star lì. Le nuove opere sembreranno ultimi ritrovamenti, più che nuove invenzioni. Il dialogo tra il preesistente e il nuovo sarà un dialogo sommesso.
Bio
Ha iniziato la sua attività artistica nel 1999 con lavori su tele e legno che interpretavano con tratti iperrealisti le architetture di Napoli – assecondando le sue scelte, ispirative e tematiche, puntate su quella città, sulla sua storia e le sue tradizioni culturali.
La fragilità dell’esistenza è il tema predominante del lavoro di Abbamondi, siano esse installazioni o quadri-sculture, cercando di evidenziare l’azione che ha il mondo sulle cose. La base della sua ispirazione deriva dalla Natura: forme biomorfe segnano decisamente il suo stile particolare. Appare evidente la liaison tra la materia naturale che Abbamondi manipola (legno, cemento, sughero) e le forme “naturali” a cui si ispira: l’ispirazione si fonde con la manipolazione: fusione di materia e concetto.
Potete approfondire la biografia di Marco Abbamondi sul suo sito: marcoabbamondi.it
Stefano Ciannella è nato a Napoli il 25 ottobre 1971
Ha studiato Fotografia al Cfp. Bauer di Milano e collaborato con il Museo di Fotografia Contemporanea, Villa Ghirlanda. Ha esposto i suoi lavori nei musei e gallerie del mondo; nel 2012 è invitato alla 54 Biennale di Venezia. Pittura, Fotografia, Installazioni sono i codici di riferimento. Usa nelle sue opere lastre di ferro e di acciaio. La città, le persone, i luoghi, lo spazio, le relazioni, la forma, i codici del linguaggio manifesto e non manifesto sono i punti fermi della ricerca. Il suo lavoro è incentrato sul ‘vedere’. Attraverso la combinazione dei materiali cerca un dialogo con le sfere profonde dell’essere, per dare forma ad un’ossessione di perfezione, per stabilire un qualche equilibrio tra guardare e sentire.
Parco Archeologico del Pausilypon
Sopraintendenza per i Beni Archeologici di Napoli
LAST FINDS – di Marco Abbamondi e Stefano Ciannella
dal 25 ottobre al 23 novembre
Via Discesa Coroglio 36
Tel. 081.2301030
Dal Lunedì al Sabato
Dalle ore 9.00 alle 15.30
Domenica su prenotazione
Info: 081.2403235