Geometrie VISIONARIE è l’ incontro tra giovani stilisti con due fotografi da sempre interessati all’arte, all’incontro dell’arte con la moda.
I loro rispettivi linguaggi, fatti di immagini ( immagini da indossare, quindi )si incontrano.
Il dialogo avviene nella Casina Vanvitelliana, luogo in bilico tra la terra e il cielo e l’acqua.
L’ultimo elemento, il fuoco è dato dalla luce catturata da Mariano Stellatelli ed Angelo Moscarino con cui creano Foto – Grafie
Quale luogo migliore per far vivere le GEOMETRIE VISIONARIE?
Angelo Moscarino e Mariano Stellatelli incontrano le riflessioni di un gruppo di giovani stiliste.
Federica Baiano, Paola Boggi, Italia Catena, Ivan Piccolo, Nunzia Della Corte, Vincenzo Ucciero, Lina Di Maio, Giusy Ferro, Teresa Iannone, Anna Tricarico, Wu Yqi.
La riflessione comune del team è su GEOMETRIE VISIONARIE. Le creative della moda hanno fatto propria il concetto di linea, colori , volumi , ancora i non – colori. Ne hanno rielaborato le rispettive essenze. La propria personalissima visione del tema, ha generato forme e contrasti. Ogni stilista ha fatto la propria dichiarazione. Ogni taglio, ogni volume, definisce la provenienza, il pensiero, di ogni autrice. L’abito è come un quadro. Le righe si rincorrono. Le schiene sono inquadrate da cornici geometriche . Linee argento attraversano flanella grigia. Pieghe tatuare sapienti formano volumi inaspettati rendendo soffice il nero taffetas. E poi tute di chiffon trasparente trattenute da Intrecci geometrici di pelle e tessuto. Ancora taffetas colorato in blocchi di colore, si sovrappone creando strati e sfoglie di orli asimmetrici. Cerchi concentrici su supporti inediti, la carta, donano inattese spazialità. Bianco su bianco a sbalzo. Fiocchi piatti e cappe rigide ed orli decisi non tradiscono il non – tessuto. Infine , intarsi geometrici , contrasto di colori. Piccoli pezzi che si sovrappongono, uniti in strisce . Quadrati, semicerchi, rettangoli. Nero, cipria, metallizzato, giallo e ancora nero. Una velatura di tulle esalta definisce incredibilmente la morbidezza di una tunica. Pannelli che abbracciano la figura , liberandola. Figure decisamente sottolineate alternano il bianco al nero. La pelle come parte integrante del l’abito color carne. Bianco deciso Piccoli tubini tratteggiato le forme. Ed infine corpi tinti in verde acqua , tenero , sì, ma ridisegnato da piego linea decise e piatte. In contrasto con morbidi soprabiti in eco – pelliccia. Body con lacci . Tutto bianco ed un segno verde ancora.
La CAPSULE COLLECTION, GEOMETRIE VISIONARIE incontra i due fotografi: Angelo Moscarino e Mariano Stellatelli.
Ad Angelo Moscarino appartiene da sempre la ricerca sul geometrico. Suo è lo sguardo sulla città fatta di linee che si intersecano.Fasci di luce. Cerchi spezzati. Bugnati scolpiti. Tratti che ti fanno dimenticare ogni interesse topografico. Il segno è lì. Lo guardi. Ti lasci trasportare da quello. Non pensi più alla facciata dell’edificio. È tutt’altro. In GEOMETRIE VISIONARIE, l’autore prosegue la ricerca. È la parte del tutto quella che lo riguarda.Sono pezzi, frammenti, inquadrature. Attenzione per il particolare. Esigenza di entrare nel cuore dell’immagine. A. Moscarino ritaglia un frammento e lo mostra agli altri. Il suo interesse va al di là del costruito. Non è l’assemblaggio che lo ” intriga “. È una textures, un’ombra, un minuscolo particolare che affascina A. Moscarino. Vuole conoscere l’essenza dell’abito. Vuole indagare la superficie . Ridisegnare con la luce la trama è l’ordito di ogni tessuto.
Ne ridipinge i colori. Li leggi nel bianco e nero, addirittura. L’occhio di A Moscarino è una lente d’ingrandimento. Un microscopio.
Metodo induttivo, dal frammento, ecco suggerito il tutto.
Mariano Stellatelli conosce i volti. Li interpreta con le proprie simmetrie.
Ne ama le intensità, ma anche la loro leggerezza. Ricompone i frammenti. Li prende e li sistema nel contesto più appropriato. Le GEOMETRIE VISIONARIE, per Stellatelli, riguardano l’abito indossato. Le figure femminili sono piccoli gruppi su quel pontile.
Silhouettes che si stagliano sulle nuvole. Gli abiti delle giovani stiliste sono collocati. Parlano con il luogo.
La Casina Vanvitelliana è presente. Sempre. In ogni scatto. Il pontile di legno con le sue linee decise, inquadra e rafforza la presenza umana. Fornisce sostegno e la giustifica. Le modelle ed i loro abiti sono supportate da un cielo autunnale. Ci danno il tempo e il luogo,ma le straniano, contemporaneamente. Volti moderni hanno espressioni antiche. Riportano a fasti settecenteschi pur nella loro asciutta presenza. Contestualizzare e fare l’esatto contrario. M. Stellatelli riesce a relativizzare gli abiti. Le indossatrici sono catapultate indietro nel tempo. Ma -a volte – le loro acconciature il loro make up, realizzato da MH make up Italia, le presenta come futuribili eroine spaziali. Frisee settecenteschi e principesse uraniane.
Valorizzati dal bianco e nero, l’autore caratterizza i volti. Li ripensi fico, nonostante la loro evidente giovinezza.
Gli abiti ne escono rafforzati, quasi testimoniati dal luogo e dell’intensità delle espressioni.
SABINALBANO MODART GALLERY