Si apre il prossimo 30 gennaio, la mostra “Ex_stasi“, personale di Marco Abbamondi, in mostra alla “SABINALBANO Modartgallery” (Napoli, vico Vasto a Chiaja 52/53, info: +39 348/8030029, sabinalbano@yahoo.it, www.sabinalbano.com) sino al 19.2.2009 tutti i giorni, eccetto i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 20:00. Ingresso gratuito.
La dimensione dell’‘’ex-stasi” intesa nel senso etimologico di ‘’fuori dall’immobilità”, unico luogo dove la vita trova la sua ragione di essere. E’ il tema affrontato da Marco Abbamondi attraverso la serie di lavori esposti in questa mostra in cui la pittura è al servizio dei movimenti fluidi, caotici solo all’apparenza perché in realtà dotati di una loro intrinseca e profonda logica. Le linee si sciolgono in un magma di stati d’animo primordiali. Il cosmos lascia il posto al chaos, lo spirito dionisiaco prende il sopravvento sull’apollineo.
L’arte espressa dai lavori di Marco Abbamondi non è arte figurativa “tout court”.
Piuttosto è arte del movimento, della materia in movimento, delle forme e delle linee che si creano e che si spezzano in un fluido avvicendarsi di luce e buio, dolore e piacere, vita e morte.
Le opere si affacciano dalla loro cornice, escono fuori dalla dimensione pittorica in senso stretto, inducendo lo spettatore a compiere un gesto artisticamente ‘’blasfemo”: toccare il lavoro, stendere la mano verso l’opera.
I lavori figurativi si scompongono in linee che si inseguono, rincorrono, fuggono l’una dall’altra. Il ritratto tridimensionale lascia il posto alla tridimensionalità del movimento. Le linee salgono e scendono, la caduta vive accanto alla resurrezione, l’incedere fiero si accompagna al passo falso.
Comunicato Mostra
Questo nuovo allestimento di Marco Abbamondi è contraddistinto da un titolo che è punto di partenza di una chiave di lettura dell’opera e della creatività dell’artista partenopeo.
“Ex-Stasi”, intesa non solo come momento estatico dell’ispirazione, ma anche e soprattutto, nello specifico, come abbandono di una visione statica della creazione a favore di una fluidità magmatica, di una materica propensione alla tridimensionalità fuori e oltre l’opera stessa, fuori dall’immobilità.
Dinamicità caotica, quindi, ma solo all’apparenza nei lavori di Abbamondi in mostra in questo corpus espositivo, che in realtà rivela una profonda e intrinseca logicità.
Le linee, sintomo ineffabile di equilibrio e armonia, si sciolgono, pur mantenendo tutta la solidità di perfette architetture, in visioni che sono specchio di magmatici e primordiali movimenti dello spirito e dell’anima.
Il Cosmos lascia il posto al Càos, il dionisiaco ha la meglio sull’apollineo.
La pulizia del tratto, astratto o figurativo che sia, resta in quasi tutte le creazioni di Abbamnodi, ma accanto a tale limpidezza compare la vivificazione della materia, il movimento che si palesa nel dinamismo creativo e tecnico, giocando con contrasti cromatici di colori caldi e terrigni, con l’avvicendarsi di luci e ombre, con l’affacciarsi dell’opera oltre la cornice e il supporto, non più imbrigliata e relegata in essi, ma libera di estrinsecarsi in un’espressione che attira letteralmente lo spettatore a sé.
La stessa geometrica purezza delle linee spesso si scompone in ‘divertissement’ di tratti che si inseguono, rincorrono e fuggono l’uno dall’altro; le cadute sono accanto alla resurrezione, l’incedere fiero si accompagna al passo falso metaforicamente e fisicamente in un’arte che nella concretezza visiva, nella tangibilità e nella materica compostezza ha i suoi punti di forza.
E allora ecco che circa 12 pezzi di vario formato (da 115×100 sino a 70×70), rigorosamente in tecnica mista di paste cementizie, sughero e acrilico su tavola e di resina e cemento sempre su tavola, contribuiscono a dar l’impressione di vitali e dinamiche installazioni, più che di semplici pitture bidimensionali.
Lo spazio, il rilievo e la prospettiva, con cui gioca l’artista, sono componenti fondamentali della sua opera, accanto a materiali antichi (il sughero dei presepi settecenteschi è rivissuto in una chiave tutta contemporanea, ad esempio) e ad altri più moderni e, per così dire, meno ortodossi, che sono il nutrimento di una forma comunicativa duttile, stratificata, composita e soprattutto dinamica.
Acqua e fuoco, due elementi della terra partenopea, e le stesse suggestioni paesaggistiche del Golfo sono motivi ispiratori della creatività di Abbamondi, sempre memore e rispettoso della lezione del passato.
San Gennaro, volti e ritratti di divi del cinema nostrano (dalla Loren a Mastroianni), Vesuvi in eruzione, stralci optical di quelli che potrebbero essere scenari lunari e altri che sembrano particolari di colorate vetrate chiesastiche neoliberty sono alcuni dei temi ricorrenti nei lavori dell’artista napoletano.
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Sito web: marcoabbamondi.it