Si inaugura giovedì 25 ottobre 2007 “POP?”, la nuova personale di Alessandro Cocchia. Vernissage che ha aperto la mostra alla Sabinalbano Modartgallery (vico Vasto a Chiaja 52/53 − NAPOLI), visitabile sino al 22 novembre tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 fino alle 20:00.
È riniziata a pieno ritmo l’attività espositiva presso lo show room di SABINA ALBANO, che anche quest’anno promette di essere la cornice ideale per una serie di appuntamenti da non perdere. A fare da apripista per la stagione 2007/2008 della gallery un allestimento particolarmente giovane e dinamico, caratterizzato da evidenti ascendenze della pop art e della cultura metropolitana newyorchese. Ciò, del resto, perfettamente in linea con le atmosfere minimaliste dell’open space di SABINA ALBANO.
COCCHIA, giovane artista e designer partenopeo, direttore creativo e partner dello “Zelig Studio” di Napoli, dice di sé che la grafica è il suo mestiere e che l’arte è la sua terapia.
Alessandro Cocchia, infatti, per anni ha sviluppato uno stile per così dire ‘popolare’, chiaramente ispirato alle suggestioni della pop art, degli artisti underground delle megalopoli statunitensi e, non da ultimo, del neopop, trend artistico largamente diffuso in Francia che si rifà a motivi della cultura fumettistica, dei cartoon anni ’70 e ’80, dei graffiti urbani e del mondo dell’illustrazione. Se difatti è indubbio che nelle opere di Cocchia rivivano peculiarità dei lavori di Andy Warhol, Keith Haring e del francese Robert Combas, queste sono tuttavia rielaborate in chiave personale e ‘nostrana’, grazie a una ricontestualizzazione non dimentica delle proprie origini. È così che icone della napoletaneità più verace e popolare, come San Gennaro, Pulcinella, Maradona e il Vesuvio, sono, spesso mischiate a eroi come Superman, Lamù e Bart Simpson, riproposte secondo canoni estetici originali, modalità creative postmoderne e sotterranei influssi sudamericani.
Peraltro l’artista, in piena consonanza con la filosofia della pop art, possiede un’inventiva che gli consente di adattare e trasferire, con versatilità, il proprio stile da pezzi unici a prodotti di massa, curando il design anche di T-shirt, tazze, caschi, poster, gioielli e bloc-notes. È in tale ottica che la sua produzione può spaziare, quasi senza soluzione di continuità, dalla grafica, collaborando tra le atre cose con la “Swatch” per la decorazione della collezione di orologi del 2001, sino alla scultura, realizzando creazioni ‘pop’ in ferro, silicone e altri materiali plastici.
Tra le sue più recenti esposizioni, le personali all’Istituto Francese “Le Grenoble” (Napoli, 2002), a Castel dell’Ovo (Napoli, 2004), alla Feltrinelli Libri e Musica, con “Napoli A-Dios”, (Napoli, 2006) e una collettiva ad Atlanta, come unico artista italiano tra tutti americani e latino-americani, sempre nel 2006. Gestisce anche una sorta di factory (spazio espositivo con laboratorio), “Purp”, aperta al pubblico nel cuore del centro storico della città.
La particolarità dello stile di Cocchia è l’utilizzo dei colori, abbracciandoli un po’ tutti, scegliendo i più vivaci e accentuandone i contrasti. Le figure sono immediate, il segno è rapido, i tratti semplici, essenziali e istantanei, talvolta con linee-contorni quasi elementari, veicoli per condurre il fruitore in un universo in cui l’arte è gioco, fantasia, divertimento e ironia. Frequenti sono i riferimenti al quotidiano e alla vita d’ogni giorno, facilmente condivisibili da parte di chiunque approcci le sue opere. Un tale estro gli è valso, tra gli altri riconoscimenti, anche “The Golden Compass Award” nel 2003.
L’allestimento che presenta all’Emporio di Parma è un percorso costituito da 10 pezzi di formato più grande (100×100 e 100×140), oltre a 8 più piccoli (20×20 e 50×70), tutti ottenuti con colori sintetici, smalti e spray su tela, tranne tre realizzati su mdf, con inserti di cartone smaltato fissati con punti metallici a vista, come in una sorta di collage (un paio, invece, saranno smalti su un collage di fumetti). Infine, a centro sala, ci sarà un’installazione, avanguardistica e sperimentale, autoportante, fatta su pellicola per alimenti con silicone nero.
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